Quindicinale goliardico dell'associazione turritana universitaria





GRANDE ENCICLOPEDIA DI CULTURA SASSARESE



O - Tredicesima lettera dell'alfabeto, quarta delle vocali, si pronuncia aperta come in "Buona" ed in "Silvia", e chiusa come in "Odore" e in "Maresa". Oreste (Pieroni) Nome del primo cittadino di Sassari che la fiducia e la stima da Lui giustamente goduta hanno portato ai fastigi di Palazzo Ducale particolari meriti si ha acquistato nel campo della circolazione dei pedoni a piedi e dei fetenti in automobile. Immensa riconoscenza gli debbono i deboli di reni i quali lo additeranno ai posteri con l'illustre appellativo di Oreste Cobianchi




P - Quattordicesima lettera dell'alfabeto che ripetuta come il pipì significa articolo di Angelo Mannoni e triripetuta come P.P.P. significa Pietro Paolo Paba. Pieroni "Il signore si volse ai discepoli e disse: Tu sei Pieroni e su questo Pieroni edificherò la mia casa: Va' Oreste e pasci le mie pecorelle". Così Oreste diventò Sindaco, commendatore e Vespasiano per grazia del Signore e volontà delle pecorelle rossocrociate.


Lunedì 15 aprile 1946 - Numero 7 - costa Lire 15

Le preghiere aggiornate. Sindaco nostro (Oreste Pieroni)



Sindaco nostro che sei in Municipio, sia sopportato il tuo nome venga il tuo sostituto, sia fatta la nostra volontà. Così in piazza come in giro dacci oggi il vespasiano che hai promesso e rimetti a noi le decisioni siccome noi ne capiamo più degli assessori; non condurci a colazione ma liberaci da Segni, cosi sia


Mercoledì 5 marzo 1947 - Numero 14 - costa Lire 20

Se non lo sapete

Qual'è la pietanza preferita dal rag. Pieroni. Roastbeaf, caviale, tacchino, pedecchie, risotto col piccione ? Niente di tutto ciò Il suo cibo preferito è una vivanda proletaria. La fainè. Infatti ne ha ordinato il ribasso del prezzo.


Giovedì 15 agosto 1947 - Numero 18 - costa Lire 40

La CIONFRA - Nuovo locale notturno - L'aristocrazia al Capo di Buona Speranza
Il sindaco mesce democraticamente bevande al sontuoso bar.

VASCO DE GAMA - R I V I V E

Quando tu o Vasco de Gama, nell'anno 1447, doppiasti l'allora denominato Capo delle Tempeste, ribattezzandolo Capo di Buona Speranza, potevi forse immaginare che i posteri avrebbero degnamente celebrato il cinquecentesimo anniversario di quella data fatidica ? Certo te, unico ed eroico navigatore portoghese, non spingeva il desiderio di effimere glorie ma il fascino irresistibile dell'ignoto ed il sublime ideale di aprire all'umanità nuovi orizzonti. Eppure dopo cinque secoli, la fervida mente di un uomo ha saputo ricordarti ed eternare le tue gesta consacrando ad esse un elegante ritrovo: "Al Capo di Buona Speranza" !

E noi che fin da giovani ammirammo l'indomito tuo coraggio e la tua intramontabile fede, non possiamo non partecipare con tutto il nostro cuore a questa solenne celebrazione; ed a colui che la ha così ben ideata ed attuata rivolgiamo il nostro plauso incondizionato, e i sensi di una imperitura riconoscenza. "Il Capo di Buona Speranza" è oggi un nuovo santuario consacrato a tutti i grandi navigatori: vi si recano in reverente pellegrinaggio lunghe colonne di portoghesi, beduini, fuoriusciti. Migliaia di riflettori rompono le oscure tenebre della notte quasi ad illuminare nuove terre scoperte, le orchestre diffondono nel silenzio lunare i loro modulati accenti, l'inno accorato delle vergini sembra cantare gli evviva ai due grandi uomini che una sconfinata modestia e l'amore infocato per l'ignoto accomunano in un'unica aureola di gloria: Viva, Viva, Vasco de Gama e Oreste Pieroni; la folla amorfa risponde: "dalli caffè".




Venerdì 15 agosto 1947 - Numero 18 - costa Lire 40

E SE NO V'E' BIRRA DALLI GAZZOSA

Al baciamano ancora in uso in taluni ambienti antidemocratici reazionari della nostra città, residui di un'epoca superata, il nostro sindaco risponde in un solo modo: mescendo al popolo birra e gazzosa.

Significato di un gesto

Noi che abbiamo già più volte messo in rilievo le abitudini di vita veramente democratiche del nostro sindaco, siamo tuttavia rimasti piacevolmente sorpresi, vedendo il primo cittadino di Sassari servire non a parole ma a fatti il popolo, l'autentico popolo lavoratore, che festeggia il ferragosto. Ammiratelo in questa fotografia, mentre in tenuta da lavoro, mesce rinfreschi con la maestria di un barman di classe. Il lampo di magnesio l'ha colto mentre versa birra sui bicchieri rovesciati, evidentemente l'emozione gli ha giocato un brutto scherzo. La folla è rimasta simpaticamente impressionata da questo gesto di democratica semplicità e frequentemente si affollava davanti al banco di mescia per applaudirlo, a stento tenuta a freno dai solerti vigili urbani. La manifestazione d'affetto che i cittadini presenti tributavano ripetutamente al nostro primo cittadino è ben misera cosa e ben di più si meriterebbe Colui che dà al suo popolo PANI ET CIRCENSES. Questo non è invero, il primo gesto veramente democratico di sindaci della Repubblica Italiana. A Torino, il sindaco di quella città, Marchese Negarville, rinuncia al titolo nobiliare per farsi solamente chiamare "compagno". A Milano il sindaco Greppi, partecipa in maniche di camicia ad una serata di gala, alla quale erano presenti, numerose personalità straniere. A Bologna il sindaco Dozzi indossa maglietta e calzoncini e partecipa, non ostante la non più giovane età, ad una partita di calcio. Ma il gesto di rag. Pieroni trascende senza dubbio di significato i gesti sopracitati e mostra all'intera penisola che Sassari e la Sardegna sono ormai all'avanguardia sulla via del progresso sociale.


Venerdì 15 agosto 1947 - Numero 18 - costa Lire 40

E PERCHE' NON "TEATRO SEBASTIANO"

Dopo due ore di seduta , la commissione era ancora in alto mare. Certo che la denominazione di un teatro all'aperto non è una cosa semplice, e già all'inizio prezioso tempo era stato perduto per dar modo ad Angelo Giagu de Martini Orrù Devilla di rispondere all'appello nominale dei presenti, e al Sindaco Rag. Pieroni di far notare che egli era contrario al teatro all'aperto in quanto è molto più conveniente lavorare, recitare ecc. al coperto. Antonio Simon Mossa fa presente che è stato aiuto regista del film "Bengasi" e che quindi di certi problemi se ne intende; a lui risponde da sotto il tavolo Aldo Cesaraccio che giustamente obietta al valoroso architetto che soltanto avendo preso parte alla lavorazione del film "I Pagliacci" si è in grado, in seno alla commissione, di fare la voce grossa. Prima di arrivare alla discussione vera e propria, mentre Arnaldo Satta Branca non fa che lamentarsi per la sedia troppo piccola e Sebastiano G. Pani prende con regolarità a schiaffi due garzoni che ha condotto con se (egli spiega che vuol smettere di fumare e perciò cerca di distrarsi come meglio è possibile), il segretario incomincia la lettura delle numerose proposte pervenute alla Nuova. In questo momento Giagu de Martini inizia fra l'intensa commozione dei presenti a pronunciare una parola: "Ca.. ca.." ma Pieroni lo prega di parlare a voce più bassa: simili spettacoli lo turbano profondamente e poi come farà a continuare nella sua diuturna fatica del suo "francescano apostolato"?

Continua a riecheggiare la voce monotona del segretario... teatro dei tremila cinquecento, teatro città di Sassari, teatro via dei Corsi, teatro Franca Bergamini, teatro... etc., Giagu arriva al punto cruciale delle sue dichiarazioni e intercalato dai secchi colpi degli schiaffi di Pani, continua.. Ca... Ca...Ca... Finalmente Simon Mossa fa delle proposte concrete e si dichiara favorevole, che dato che il teatro è posto nelle immediate adiacenze dell'istituto tecnico, si dia il nome di teatro del Geometra. Un urlo strozzato fa balzare dalla sedia anche Satta Branca mentre in seguito allo spostamento d'aria Aldo Cesaraccio decolla rapidamente e va a sbattere con la testa al soffitto. L'urlo è uscito dalla strozza di Pieroni. Calmatosi un istante, con voce soffocata, dice : "Come volete escludere i ragionieri quando questi in ogni settore della vita nazionale danno quotidianamente magnifica prova di dedizione al dovere, di spirito d'iniziativa, di attaccamento disinteressato alla cosa pubblica! Perciò non il geometra ma il ragioniere deve essere eternato nel luogo più adatto dove agiranno i mimi e gli istrioni, dove riecheggeranno le note de "Il Pirata" di Bellini, e le appassionate e le appassionate e potenti frasi de "I Masnadieri" di Schiller. E... e... e..."

La commozione impedisce a Pieroni di continuare il suo dire e si accascia svenuto. Pani protesta perché ancora non si è considerato che grazie alla sua instancabile disinteressata, sportivissima, appassionata attività, si è potuto organizzare il grande festival e, quel che più conta, si è costruito il teatro all'aperto. Satta Branca appoggia le disinteressate parole del maestro sig. Pani e propone che il teatro all'aperto venga chiamato "Teatro San Sebastiano" . Un mormorio accoglie questa proposta e Giovanni Sebastiano piange sommessamente di calde e nostalgiche lacrime. Ma il carattere forte non avvezzo alla commozione ha il sopravvento e il dinamico Commissario, con i goccioloni che ancora discendono sulle sue rosee gote, riprende a schiaffeggiare violentemente i poveri garzoni che dopo due sole ore di seduta, da pallidi e smunti che erano, hanno acquistato un bel colorito. Intanto il Sindaco rimessosi completamente dice: "Noi che veniamo dal popolo, che per esso gioiamo, soffriamo in un anelito di fraterna solidarietà, dobbiamo trarre da esso il nome, dalle nostre donne, dai loro nomi gentili attingiamo ciò che ci interessa. Io suggerisco: Speranzina, Nicoletta, Giovannica, Amalia, Grazietta, Assunta, Assunta... Assunta... Assunta..."

All'umanità si approva, mentre Giagu de Martini continua il suo discorso: Ca... Ca... i garzoni di Pani ricevono l'ultimo schiaffo e la seduta si scioglie.


Domenica 7 settembre 1947 - Numero 19 - costa Lire 30

DI PIRANDELLO consigliamo:

L'EPILOGO a Beppe Obino e Irma Pellas
IL DOVERE DEL MEDICO a Gavino Terrosu
PENSACI GIACOMINO a Giacomino Pedde
IL BERRETTO A SONAGLI alla signora Bruschi
IL PIACERE DELL'ONESTA' al tabaccaio signor Cugnolu
LA PATENTE a Nello Lai
MA NON E' UNA COSA SERIA a Silvio Profili
IL GIUOCO DELLE PARTI all'avv. Salvatore Cottoni
TUTTO PER BENE a Dino Milia
COME PRIMA MEGLIO DI PRIMA a Vanni Pirisino
BELLAVITA a Piera Mossa
O DI UNO O DI NESSUNO a Luisa Fenu
NON SI SA COME (sindaco) rag. Pieroni


Venerdì 1 gennaio 1956 - Numero Unico - costa Lire 80

AL POSTO DELLA CALZETTA NON METTETE IL ...



Viene viene la beffana
viene da Roma a notte fonda
e la nera palandrana
vi direm cosa nasconda.

Antonin sotto galoppa
a cavallo di una scopa.

Con in testa un fazzoletto
nero, con palline gialle,
che lo tiene ben protetto
dalla neve, e sulle spalle
porta un sacco pien di doni
per regalo ai bimbi buoni.

Coricati nei lor letti
e sognando sogni d'oro
stanno, i civici angioletti
stanchi morti dal lavoro,
che aspettano Antonino
che lor porti il regalino.

Antonin va al capezzale
di Monello che sognando
sta un consiglio comunale
che lo stia sempre ascoltando.
E lasciato ogni intrallazzo
non si giochi più a rampazzo.

Il Beffano addolorato,
che quel dono non può dare
dopo averci un po' pensato
gli sussurra "a perdonare"..
Per la cappa del camino
plana a volo dal cugino.

Nino il Biondo sopra il letto
del regalo se ne frega
perché a suon di minuetto
manovrando sta, una bega,
ma al pensier di Soggiupesce
la sua bega non riesce.

La sua testa di palmizio
di oliveti tutta invasa
catturar volea, che vizio,
i milion dell' I.N.A.-Casa
(Per donarli santamente
alla zia, naturalmente).



Questo gesto buono e bello
già la Giunta avea commosso
ma tirrioso il colonnello
gli ordinò di posar l'osso.
Lui di Enrico se ne frega
e col Pesce fa una bega

Sogna il bimbo Frumentario
una gran nave-traghetto
e un servizio immaginario
con seimila posti-letto.
Ma Antonino al Bimbone
sol regala un seggiolone.



Sotto una trapunta d'oro
sopra un morbido guanciale
Orestin, dolce tesoro,
con lo spirto che prevale
sopra il fisico suo stanco
di Sardegna sogna il Banco.

Sogna tutti i suoi parenti
che in uffici ed in filiali
sempre mangiano contenti
in continui carnasciali;
e Antonin che disapprova
gli dà il Banco solo in prova

Vola lieve nella notte
sopra Sassari dormiente
con le scarpe tutte rotte
la befana / presidente
e passando nei camini
sente i lai dei cittadini.

Tutti quanti stan cercando
un impiego o la pensione.
Le lor preci interpretando
Antonin con comprensione
dà un incozzo madornale
con il timbro VIMINALE!




Sabato 29 novembre 1947 - Numero 23 - costa Lire 30

Exegi monumentum...

"Ho innalzato un monumento più eterno del bronzo" , così scriveva Orazio, parlando dell'opera sua immortale. I secoli che sono trascorsi hanno dato ragione a lui e noi ora siamo portati a considerare la spavalda sicurezza Oraziana come una pacata coscienza del proprio valore. Anche nei nostri giorni ci troviamo di fronte ad un'opera immortale: siamo testimoni oggi, per benigno volere del destino, ad un altro monumento imperituro: il vespasiano che Oreste ha voluto e saputo innalzare in Viale Italia.

Migliaia di anni pare vogliano separare i due grandi, ma una comune caratteristica li unisce e da loro l'immortalità; il genio. La poesia il primo, la vespasionomania o vespasianomastica il secondo: in due campi differenti, ma sempre nel più vasto campo dell'arte Orazio ed Oreste si incontrano. Perché, quando si sceglie una delle vie più belle, si sconvolge l'asfalto per sistemarci le tubature che recheranno il biondo liquido, è palese che ci troviamo di fronte indubbiamente ad uomo squisitamente sensibile, ad un artista perfettamente padrone della sua arte prediletta. Nel passare in Viale Italia si trattiene il respiro: da lontano appare il monumento snello ed elegante in una cornice verde. La commozione ci afferra maggiormente nell'avvicinarsi: un soave profumo è nell'aria che ci pare lieve e delicata: ultraterrena. Aleggia lo spirito di Oreste; Egli è lì che veglia sulla sua opera: è proprio lì in carne ed ossa: esita ancora. Servo fedele della sua arte, vive accanto ad essa e a ciò che con questa il suo genio ha creato. Il suo viso, la sua espressione da rapita quasi astratta che era, diventa, più serena, più umana. Piangiamo; agli spiriti semplici il Bello suscita accorata commozione, in noi che avemmo i natali nella stessa città che li diede ad Oreste più intenso è il turbamento. Pare quasi che Oreste senta le nostre lacrime silenziose e un fremito prolungato lo percorre tutto. E' in un attimo silenzioso e schivo come era arrivato si allontana abbottonandosi la braghetta.


Sabato 29 novembre 1947 - Numero 23 - costa Lire 30

Sassari in pigiama

di fronte al policlinico è stato collocato
un nuovo vespasiano stile novecento
lo abbiamo sempre detto che Sassari s'abbellisce
in un strada così bella e spaziosa si
sentiva proprio la mancanza di un'opera
artistica di quel genere
tutto il merito è come al solito del
nostro stimatissimo sindaco ragioniere Oreste Pieroni
.. o meglio, per esser più aggiornati,
del venerato sragionier Oreste Cobianchi.

Da quando il suddetto ragioniere è primo
cittadino i vespasiani stanno sorgendo come
funghi in ogni parte della città
anche questo è un modo di ricostruire !

Quando si provvederà a sostituire nella
piazza d'Italia l'ormai superato monumento
a Vittorio Emanuele con un sontuoso
vespasiano stile rinascimento ?

L'altro giorno il vigile urbano incaricato
di fare la guardia ala nuova costruzione di Viale Italia
ci diceva che la vespasianomia del sindaco
era dovuta ad una persistente malattia ai reni
che lo affligge da tempo
i maligni potrebbero pensare che in
casa Pieroni manchi il numero 100


Venerdì 31 ottobre 1947 - Numero 22 - costa Lire 30

Il "Premio di sopportazione" - Magnifico per forma e continuità - Pani vince la bottiglia



Due righe di commento

Dopo due anni di intensa attività agonistica peraltro non sempre fortunata, è opportuno un obiettivo esame della situazione che, estraniandosi dall'aridità delle cifre, ci porti a giudicare su un piano critico più elevato quali siano le effettive possibilità dei nostri atleti.

E' doveroso innanzitutto considerare le difficoltà che dopo lunghi anni di stasi, si opponevano ad una felice ripresa: e le magnifiche performances dei nostri ragazzi ci fanno ben sperare per l'avvenire. Molti, invero, hanno deluso, ma non è il caso di drammatizzare: un più accurato ed intelligente allenamento è sufficiente per far salire alle prime posizioni atleti di provato valore e giovani speranze assai ben dotate. Un atleta si leva di una spanna su tutti gli altri per classe e volontà: Giovanni Sebastiano Pani...

Un giovanissimo che ha fatto strada, o meglio che dovrebbe fare "Strada" è Pedde...

Strano atleta Pieroni ! Balzato tutto ad un tratto alle più alte vette della notorietà, è poi improvvisamente calato di tono. Forse le prove superlative del festival lo hanno stancato forse non era sufficientemente preparato per una così intensa attività agonistica. Certo è che se vuole nella prossima stagione eccellere ad ogni costo dovrà preparasi adeguatamente, sempre che non venga costretto ad abbandonare lo sport attivo. Nello sport non si improvvisa ma si arriva a primeggiare con serietà e con sacrificio. Su, su, Oreste non ti scoraggiare, un po' di riposo, e poi, sotto, al lavoro!

Normali le prestazioni di Soggiu Giuseppe ...


Sabato 31 gennaio 1948 - Numero 1 - costa Lire 30

Almanacco Universale del gran Pescatore - di Chiare Balle - per l'anno del signore 1948

Le stagioni - G I U G N O

Con la falce in pugno, il dott. Perantoni mieterà nuovi successi querelando "Voce Universitaria". Vanni Pirisino coi proventi ricavati dal "48" creerà una squadra di palla-canestro. Il sindaco Pieroni terrà una dottissima conferenza al verdi parlando contemporaneamente in tre lingue sul tema: "L'importanza di Freud e di Kant su rachitismo congenito delle fognature di Via dei Corsi". Il rag. Tavolini venuto a colloquio col sig. Pani col convincerà a mandar via Palandella sostituendolo con Dino Diana. L'avv. Perantoni uscirà in "sleep" da passeggio. L'avvocato Solinas preso da una crisi di coscienza comprerà in una domenica del mese un quotidiano a 4 pagine riuscendo a sborsare ben 15 lire.


Sabato 1 maggio 1948 - numero 5 - Costa Lire 30

Una lettera del Sindaco all'Arcivescovo

I quotidiani locali hanno pubblicato il testo del telegramma che il sindaco di Sassari ha inviato a S.F. l'Arcivescovo. Noi però riteniamo che il rag. Pieroni abbia accompagnato il telegramma con una lettera privata che, se sono esatte le nostre informazioni, sarebbe concepita pressappoco in questo modo:

 

PLATAMONA - Chiesa dentro la pineta
disegnata da Nello Galleri


"Eminentissimo padre, Mons. Mazzotti, mi sia permesso anzitutto porgere alla Sua Eccellentissimapersona per la nostra schiacciante vittoria elettorale l'umile tripudio della mia umilissima famiglia democristiana, che in nome di Cristo è destinata a realizzare i suoi migliori destini. Per tali motivi con la mia umilissima opera ho sempre umilmente cooperato al Suo Altissimo lavoro. Credo che Lei abbia sempre trovato di Suo gradimento gli umilissimi servigi che io umilmente Le ho reso, e questa grande Vittoria mi spinge ancor più a mettere a Sua disposizione la mia umilissima persona che anela altro che ricevere dalla Sua Illustrissima Curia tutti quegli ordini che Ella, con la Sua mente illuminata, riterrà opportuno impartirmi. Il mio umile aiuto sarà, come sempre disinteressato, ed il Suo ambitissimo elogio, basterà a ricompensare largamente le mie umilissime fatiche.

Nel momento del commiato, mi consenta, Eccellenza Eminentissima, di esprimerle un umilissimo desiderio: la mia umile persona ormai temprata ai lavori amministrativi, si assoggetterebbe, per la Santissima causa della cristianità contro l'ateismo bolscevico, ad accollarsi l'umile peso di rappresentare i cittadini di Sassari, alla Camera od al Senato. Per tale motivo mi permetto di rivolgere a Lei l'umile preghiera di volermi tenere riservato per le future elezioni un umile posticino nella lista dei candidati alla Camera o, se Lei preferisce in quella dei candidati al Senato. So che la Sua illimitata bontà ha già ripagato il desiderio di altri fedelissimi Suoi servitori e penso pertanto che Ella vorrà assecondare anche la mia umilissima aspirazione.

Con questi sentimenti, mi inchino a baciare il suo preziosissimo anello e umilmente La prego di voler accettare i sensi del più umile ossequio.

Il Suo umilissimo servitore Oreste Pieroni.


Sabato 18 settembre 1948 - numero 11 - Costa Lire 50

FESTA DEI TORRONAI E DI "PIBIRI PIBIRI" - IL FESTIVAL DI FERRAGOSTO



Il Festival ! Il titolo pomposo
si addice proprio a tutta la buriana,
al putiferio, ai racchi lampioncini
ch'hanno infierito, senza mai riposo
per una lunga e greve settimana
attorno all'Emiciclo ed ai Giardini ?

Sognava invero il nostro gran Pieroni,
enormi processioni e candelieri
e luna park e orchestrine e balli
fino al mattino e ricche librazioni,
con scintillio di luci e di bicchieri
e corse di asinelli e di cavalli.

Non dormiva Pieroni e ad occhi aperti,
sognava profilarsi all'orizzonte
e volteggiare nubi di aeroplani
recanti a bordo il senator Lamberti
e, pio, solenne, fatto già visconte,
carco d'onori, Sebastiano Pani !

Poi l'opera all'aperto e una gran folla
applaudire fremente, ad ogni scena
e soprano, baritoni e tenori:
una marea di gente che, satolla
di tanta festa, aveva a malapena
il tempo di sbronzarsi di liquori.

E, ricco, infine, di magico folclore,
con asini, capanne e torroni
vedeva gaio il villaggetto sardo.

Al Verdi il varietà, col buonumore
d'un lungo interminabile via vai
di gente, ch'arricchiva Pappalardo.

Non tutti i sogni in questa porca vita
diventano realtà. L'abbiam veduto
Il Festival, quest'anno, a Ferragosto !

Torronai, con la voce più arrochita,
gridavano la merce e dappertutto,
era puzza di vino e ceci arrosto
zerragghi a tutt'andare, avvinazzati
e misto di tamburi e di vinazza
e acciuppamento colla mano morta,
di mille ballerini indemoniati,
tra suoni di chitarra e suon di tazza,
e Valentino ritto sulla porta.

Aveva un'aria tutta sua, curiosa,
il Festival, che come un vecchio asmatico
andava lento, un'aria tutta strana
e grigia che pesava su ogni cosa,
con un aspetto brutto ed antipatico
di festiciola men che paesana.


Domenica 6 gennaio 1952 - numero 3 - Costa Lire 50

BUON ANNO A TUTTI

Anno nuovo...
Ma c'è un dono per Pieroni
che, con fido segretario,
diede a Sassari emozioni
di paese marinaio :
cresca ancora Platamona
e che Dio la mandi buona !



Gli fioriscono sul petto
oleandri e gelsomini :
Chè col fiuto suo perfetto
sistemò tutti i giardini ;
ed il popol grida in coro:
"Viva il re del pabanzoro ! "
Porta leggi ....


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