Si sono quasi tutti riprenotati gli uscenti di Palazzo Ducale. Per molti sarà l'ultimo domicilio politico conosciuto. O perchè non ritorneranno o perchè siederanno in schieramenti o gruppi differenti. Il più vistoso trasloco è quello di quasi metà del Pds: passato dall'obbedienza di Via Mazzini a quella di una lista eretica capeggiata dal sindaco uscente. Dio rende folli coloro che ama, recita un vecchio proverbio. Ma in questo caso non è stata la follia a liberare la città dall'ombra del tiranno.
Si registra un'assenza vistosa: quella del capo dell'opposizione di Palazzo Ducale: Andrea Fraghì. Si è ritirata nelle sue stanze la signora più dignitosa e più diligente della Scuola per Debuttanti della Società Civile, Clara Spanò. Si è fatta da parte definitivamente l'intelligenza politica di Giacomo Spissu, sacrificato per cinque anni, dalla dura necessità di un accordo politico tra ex socialisti ed ex Pci. Ora a imitarlo nello stesso tipo di avventura (reagire alla non ricandidatura mettendosi in proprio), ma con minori chances, è la persona che lo ha combattuto di più. L'attuale ex vice presidente del Consiglio regionale fa scuola. Per un ex sindaco che se ne va, per un altro che vuol ritornare ad ogni costo, ce ne è un terzo che riappare in punta di piedi deciso a prendersi una sonante rivincita menando fendenti con la furia di Chen, cioè Marco Fumi. Ex socialisti ed ex dc rinnovano la fama di partiti inossidabili per la loro persistenza nelle istituzioni.
La lista dei DEMOCRATICI DI SINISTRA si apre con una grande provocazione. La capeggia Luigi Lotto, l'assessore più operativo della giunta uscente, il lavoro del quale ha fatto montare in superbia l'ex sindaco fino al punto da ritenersi eterna e indispensabile come una malattia esantematica. Un grande ritorno è quello di Sandro Agnesa, indimenticato personaggio di una Sassari civile e dosatamente gaglioffa, più volte assessore con cervello atletico. Per il resto la lista di Via Mazzini ripresenta compatta una squadra di uscenti che ha sofferto il mandato e intende rispondere all'arroganza e all'eresia col massimo d'impegno: Piero Nurchis, Gianfranco Ganau, Giovanni di Maria, Rosa Pala, Tore Sabino, Sergio Manca. La mascotte della lista è una donna con un nome scaramantico, Anna Sanna. New entry di spicco: Umberto Corona e Gianfranco Strinna. Recupero di modernariato, Giovanni Eligio Merella, repubblicano mesozoico, foglia d'edera appassita in un capitolo di un libro di storia scritto da Giovanni Spadolini e Armandino Corona.
Nel PARTITO POPOLARE ITALIANO la vedette è Gianni Garrucciu, il Gianni Morandi del giornalismo di Stato raccontato con freschezza. Il senatore, quello di più antico pelo, avrebbe voluto candidarlo alle Regionali. Ma il più piacione e spiritoso dei giornalisti a busto intero ha voluto attendere le amministrative per debuttare, si fa per dire, in politica col suo amico Nardo Marras . Prima prova anche per Massimo Pietri, luogotenente di Giò Giagu. Seconda o terza prova per la pattuglia geriatrica capeggiata dall'assessore uscente Michele Malanga con Giovanni Seu e Valerio Meloni. Esordio promettente anche per Francesco Nuvoli e Massimo Sechi.
I COMUNISTI ITALIANI schierano in cima alla lista due nomi ormai importanti della nomenclatura di sinistra. Giuseppe Doneddu è il docente universitario che ha appoggiato la maggioranza uscente con diritto al mugugno esercitato con diligenza e ironia. Mimmino Deriu, ex sindaco comunista di Bonorva, è stato segretario federale de Pci sino alla vigilia della Bolognina. "Sassari sera" salutò la sua onesta e travagliata gestione con un pezzo malinconico: "Addio Mimmì, con te se va anche il Pci."
La novità più promettente dei DEMOCRATICI è Maria Antonietta Lamberti. Capeggia Paolo Acone, ultimo assessore inventato all'Urbanistica, effimero come il Re di Maggio e Gavino Manca, puntigliosa presenza nell'aula ordinata di Clara Spanò.
Ritorna in gran spolvero Stefano Perrone, il più votato e il più sacrificato, dei consiglieri di FEDERAZIONE DEMOCRATICA. Con lui Gregorio Cappitta e Nanni Columbanu (assessori pesanti dell'amministrazione uscente), Sergio Ibba. Entra da una porticina laterale di Forza Italia lo Yul Brinner ex sardista Innocenzo Giannasi, ex assessore della giunta Spissu. Arco di trionfo per l'ex sindaco Marco Fumi (destinato a una riproposta politica autorevole) e per Leo Meazza, direttore della Bps Riscossioni, ex presidente Arci. Raccoglie il testimone di famiglia Alessandro Macioccu, figlio di Mino. Debuttano anche Anna Santona e Carlo Antero Sanna.
Al PARTITO SARDO D'AZIONE spetta il compito di guidare la battaglia elettorale avendo espresso il candidato sindaco della coalizione di centrosinistra, Leonardo Marras.
Le amministrative del 2000 cadono in un momento di travaglio per i Quattro Mori, a livello regionale, e particolarmente felice per il sardismo sassarese. Già nel 1995 s'era registrato un processo di svecchiamento come reazione fisiologica a una campagna di demonizzazione e di giustizialismo di maniera. Il Psdaz, per risposta, era stato il secondo partito più votato della coalizione. La lista proposta per le amministrative del 2000 risente anche del successo ottenuto alle regionali dal leader sassarese Giacomo Sanna che ha saputo fare argine alla secessione serrentiana richiamando l'interesse di giovani, di imprenditori e di esponenti delle libere professioni. Un partito di struttura patriarcale e maschilista conosce attualmente un momento di notevole protagonismo femminile. Accanto a esponenti storiche come Ignazia Fresu, candidata per le Provinciali, la lista del Psdaz per Palazzo Ducale (cinque le donne in corsa) propone, tra le altre, Letizia Pala, (giovanissima studiosa dei problemi sociali della Sassari umbertina, con un largo seguito nell'ambiente giovanile e con il forte appoggio di un ambito familiare molto radicato in città) e Luisella Derosas (funzionario dell'amministrazione provinciale, sperimentata dirigente di partito, largamente apprezzata tra i sardisti doc di terza generazione). Il candidato di riguardo è Luciano Chessa, presidente della commissione Finanze, il più assiduo e puntuale dei consiglieri uscenti. In posizione di evidenza il prof. Michele Pinna, presidente dell'istituto Camillo Bellieni, Salvatore Demontis, ingegnere, Gianuario Fiori (uscente assessore provinciale all'Ambiente), il bancario Luciano Demontis (slogan d'identità: "Da vicolo Godimondo a Palazzo Ducale"), Pietrino Chelo (dirigente Ersat, Gianfranco Mura, Costanzo Meloni, Roberto Mario Erre, Filippo Isgrò e Sergio Zanotti. Il candidato con maggiore visibilità è Lucio Masia popolare cronista sportivo dell'emittente Antenna 1. Da Palazzo Ducale, dove ha svolto un "ficcante" e visibilissimo mandato di assessore tecnico all'Ambiente si sposta Italo Santoni, candidato alle provinciali per il Collegio di Sorso. Strettissimo collaboratore del mitico Salvatore Cottoni, Italo Santoni è stato, giovanissimo, sindaco della capitale della Romangia.
Orgogliosa prova di presenza, la lista dei SOCIALISTI UNITI di Alberto Manchinu. Alle ultime regionali lo Sdi ha eletto l'ing. Pierangelo Masia, già presidente della Commissione Urbanistica a Palazzo Ducale. La campagna elettorale è stata aperta da Claudio Martelli con una affollatissima convention al Cinema Smeraldo. Tra i candidati con possibilità di successo il sindacalista Pier Paolo Panu.
La lista degli eretici del postcomunismo, PER LA CITTA CON ANNA SANNA, si apre con un nome di spicco: quello di Graziano Tidore, ultimo capogruppo dei diessini a Palazzo Ducale. Militante comunista e intellettuale di notevole fascinazione (il Lucio Magri sassarese) è finito inspiegabilmente nella lista degli assessori di partito passati al seguito di Giovanna D'arco (Antonietta Duce e Paolo Bussu) e che più hanno contribuito al ruolo immeritato di compagno di seconda fascia. Impegnato nel compito generoso di accusatore di quanti non hanno voluto la riconferma del sindaco uscente (ma soprattutto di quelli che hanno ignorato l'evento) non ha forse consentito di apprezzare il ritorno alla politica del pittore Igino Panzino, dell'attrice Nerina Nieddu e del sindacalista Giuseppe Madau. Con Graziano Tidore si ripresentano nel ruolo di eretici in difesa di Giovanna d'Arco, altri due consiglieri diessini ormai ex, Paolo Poddighe e il cardiologo Giambattista Tola. Incredibile assenza di Giuseppe Sassu che, immeritatamente scomparso alle regionali, pareva potesse trovare un rilancio nella lista del leader che ha più contribuito a tagliarlo fuori dalla nuova legislatura.
La candidata più interessante di CITTA' MIA è Giangiulia Briasco. La più nota è la pittrice Liliano Cano. Tra le "notissime" del movimento a prevalenza femminile, Nota Marisa e Nota Lalla. Tra i maschi marginali della lista spicca l'avvocato tuziorista Agostino Giordo. Manca Franca Puggioni, del Circolo Progetto Progressista, anima confusa e smarrita di un delirante Partito del No.
Michele Falchi Ochalan, ex assessore comunista di Palazzo Ducale, geometra di successo in uno studio di ingegneria del socialismo reale, capeggia la lista di RIFONDAZIONE COMUNISTA. Esperto di problemi urbanistici tiene conferenze sulla massoneria dimenticando che la loggia è uguale per tutti, ma più uguale di tutti è quella del sacco edilizio e degli studi superparcellati collegati con Palazzo Ducale. Molto più gloriosa, la presenza in lista Tonino Brozzu, mitico sindaco di Li Punti.
Cinque i partiti del centrodestra che il centro sinistra raggruppa maliziosamente sotto la sigla con NANI CAMPUS. Apre FORZA ITALIA. Capilista l'imprenditore conteso Paolo Accardo e il tennista di successo Paolo Bozzo. Assegnati all'ordine alfabetico gli uscenti Ottaviano Canalis e Giovanni Fadda (destinato da una lottizzazione preventiva a fare il presidente dell'assemblea comunale). Guest star, Tonino Falchi, ex assessore dc, personaggio avvezzo alla prima fila (avrebbe dovuto varare una lista civica con Dino Milia) forzista per ripiego, largo seguito. Tra i non nuovissimi, il sindacalista Giuseppe Conti, Barbara Fresu, Salvatore Marras e Salvatore Matta. New entry, con largo seguito, il bancario Giacomo Aldo Sciacca. Nome di grande appeal, Raimondo Rizzu, omonimo del molto più noto avv. Ramondo Rizzu, il " più lungo" sindaco democristiano di Sassari con Oreste Pieroni.
I nomi più noti di CONVERGENZA SARDA sono quelli dei "sardisti uscenti" Gino Lucariello e Gaetano Pompili. Rientro in politica di Tommaso Dessole, assessore socialdemocratico della Nettezza Urbana degli anni '70. Il più visibile, è il cronista televisivo Massimo Piretta. In corsa con buona andatura, Giancarlo Rotella, Vanni Pinna e Giulio Piu.
ALLEANZA NAZIONALE non sacrifica all'ordine alfabetico i tre uscenti. La lista si apre, infatti, con i nomi di Nanni Moro (primo dei non eletti alle regionali), Rino Canalis (recordman dell'interrogazione) e Antonio Manconi. Buona la candidatura di Alessandra Pinna. In lista, tra gli altri, don Gavino Delogu, Giovanni Fiora, Mario Lissia, Carlo Tomassetti.
Alberto Calvi, ex presidente dell'assemblea dello Sciuti e Antonio Lubinu, capeggiano il PATTO SEGNI-RIFORMATORI, lista caratterizzata da una forte presenza femminile inaugurata dal nuovo acquisto del giornalismo sassarese, Eugenia Da Bove. La lista si chiude, facendo eccezione all'ordine alfabetico, col nome di Francesco Antonio Desole, noto Francesco. Un errore o una trovata pubblicitaria affidata al cul de sac?
Il più stagionato della lista del CCD è sicuramente Manfredi Cao, assessore dc alle Manutenzioni degli anni '70, devoto del senatore Giagu. Il più applaudito (come attore) Ugo Niedda, consigliere provinciale uscente. Aprono Adriana Pinna e Sabrina Salis.
Tre liste attorno al nome di tre candidati sindaci. Giampiero Zampa Marras, generico d'ingegno di tutti i sardismi possibili e impossibili per SARDIGNA NATZIONE. Massimo Nappi (aspirante sindaco alla seconda prova) per TURANDOLA, Marcello Orrù per il PARTITO DEMOCRATICO CRISTIANO, invenzione dello Zio Flam per intrattenimenti medianici.