Ultimo aggiornamento del 28 settembre 2017



Oreste Pieroni ...un americano?

Sapevate che.... in America, precisamente a Strafford County - New Hampshire, esiste una tomba di un certo Oreste Pieroni nato a Barga (Liguria) il 28/11/1890 e morto il 21/05/1966. La moglie si chiamava Frances e il figlio Charles Pieroni nato a Massachusetts.






Una via "Orestes Pieroni Gobbo" a San Paolo?

Sapevate che.... in Brasile, precisamente a San Paolo esiste un via di nome Orestes Pieroni Gobbo?




Sapevate che... l'orologio in cima al Palazzo della Provincia lo mise in funzione il nostro avo Giovanni Sechi-Pieroni?

Articolo pubblicato da "La Nuova Sardegna" il 30 gennaio 2004 - di Manlio Brigaglia

Costruito nel 1873 costò poco più di un milione - PRESIDENTE CI ASCOLTI - «In questo palazzo c’è il sangue della provincia», diceva l’opposizione quando si parlava delle spese che si erano dovute sostenere per edificare il grande Palazzo che domina Piazza d’Italia. Curiosa opposizione. Prima furono i repubblicani, quando erano in minoranza, a criticare le spese eccessive di quella grande costruzione, poi, diventati loro maggioranza, dovettero sentirsi rivolgere le stesse accuse dai moderati, divenuti opposizione. Del Palazzo della Provincia, dove il presidente Ciampi incontrerà i rappresentanti di Sassari e del Capo di Sopra, si cominciò a parlare nel dicembre 1872. La prima pietra fu posta il 18 ottobre 1873 (cementando nel fondamento del palazzo una pergamena che ricordava i nomi dei promotori, una moneta d’oro da 20 lire e una da 5 d’argento). Nel 1878 finalmente Provincia e Prefettura (la cui sistemazione era a carico dell’Amministrazione provinciale) vi si potevano trasferire abbandonando il Palazzo Ducale dove «un padrone di casa non sempre generoso», diceva una deliberazione ricordata da Giuseppina Fois che ha studiato l’intera storia del Palazzo, pretendeva 10 mila lire l’anno d’affitto (di lì a poco a Palazzo Ducale si sarebbe trasferito, dal Palazzo di Città in Corso Vittorio Emanuele, il Municipio: all’inizio del nuovo secolo il duca avrebbe venduto il palazzo all’amministrazione cittadina). Secondo i primi calcoli del 1873 il Palazzo doveva costare 600mila lire. Don Simone Manca Insolero, che l’idea del palazzo aveva lanciato e che ne aveva seguito giorno per giorno la realizzazione, aveva garantito che non sarebbe costato più di 600 mila lire. A opera finita il totale risultò di qualche lira superiore al milione. Il progetto era stato firmato dall’ingegnere capo del Genio Civile, cav. Giovanni Borgnini, e dal suo aiutante (il vero progettista del palazzo) ingegner Eugenio Sironi: suo figlio Mario, destinato a diventare uno dei più importanti pittori italiani del Novecento, nacque a Sassari in quegli anni. L’impresa costruttrice fu quella del sassarese Gianuario Mura. Per i serramenti, che dovevano essere in pino di Moscovia, ci fu una causa col falegname Angelo Tola. Il 10 luglio 1880 entrò in funzione l’orologio, acquistato dalla ditta Gramaglia di Torino e messo in funzione dal sassarese Giovanni Sechi-Pieroni. Il Palazzo era finito.


SIAMO IN POSSESSO DI
DUE TIMBRI CON LA FIRMA E LA SIGLA DI
di ORESTE PIERONI QUANDO ERA DIRETTORE GENERALE DEL
BANCO DI SARDEGNA






LA FONTANA DI SAN FRANCESCO

Giardini pubblici di Sassari



Questa foto non è a Sassari, bensì a Milano, dove l'opera venne realizzata da Giannino Castiglioni. La copia esatta venne fatta costruire a Sassari dall'arcivescovo Mazzotti e dal sindaco Oreste Pieroni.

A prova di questo c'è la targa situata ai piedi del santo.


La famiglia Pieroni era in possesso del prototipo, con il getto dell'acqua perfettamente funzionante, situato nel grazioso giardino della loro casa in via De Mille a Sassari.

E' doveroso segnalare che è stata ereditata dai Manconi che, generosamente, l'hanno donata alla chiesa di San Francesco di Cagliari. E' stata posizionata nel giardino antistante alla chiesa ed è possibile vederla dalla strada...con il getto dell'acqua ancora perfettamente funzionante

Questa è una fotografia del 1952 che ritrae i figli di Oreste Pieroni, Dino e Piero, vicino alla fontana.


Trovo doveroso ringraziare il sig. Gianni Usai, in quanto la fotografia è stata tratta dalla sua galleria "esposta" nel bellissimo sito Sassari... nel suo passato.

SIAMO IN POSSESSO DELLA
FASCIA DA SINDACO
di ORESTE PIERONI



Un grazie al Dr. Vanni Ostera, papà di Salvatore, marito di Anna Maria Mura, figlia di Luca, fratello di Lucia, moglie di Orestino Pieroni (mio padre), perchè ci ha donato tale fascia che gli è stata regalata da un funzionario del Comune di Sassari nell'anno 1970 in quanto, in quel periodo, era stato eletto per la terza volta Sindaco del Comune di Usini e tale regalo si era reso necessario perchè l'altra che usava nelle precedenti due legislature era andata persa.


QUADRANTE DI UN PENDOLO DEL 1848



Per visualizzare il particolare della firma cliccate qui.

Grazie alla sig.ra Rosanna Castangia siamo in possesso del quadrante di un pendolo fatto presumibilmente nel 1848 da Giacomo Pieroni, menzionato da Enrico Costa nella sua opera "Sassari". Abbiamo scartato l'ipotesi che sia stato fatto dall'altro nostro antenato, nonchè nipote di Giacomo, Giovanni Sechi Pieroni, in quanto questi usava personalizzare gli orologi con tutti e due i cognomi.



PLATAMONA - VILLA PIERONI

ESTATE 2001

L'attuale proprietario l'ha trasformata in un BAR !!!




In tutta l'Italia esistono 1.908  Pieroni 



Pieroni E' UNA VARIANTE DI PIETRI
(da Cognomi d'Italia di Emidio De Felive)


A LIVORNO ESISTE VIA Pieroni

Il nome ORESTE è diffuso in tutta l'Italia, riflette in minima parte il culto di Sant'Oreste martire in Capadoccia durante le persecuzioni di Diocleziano, ma fondamentalmente è la ripresa classica, rinascimentale e moderna, e poi letteraria, teatrale e musicale, del mitico eroe greco ORESTE, figlio di Agamennone e Clitennestra, che con l'aiuto dell'amico Pilade uccise la madre e l'amante Egisto, tema di opere drammatiche classiche e moderne (tra queste l'ORESTE di V. Alfieri del 1783) e anche liriche (v. Elettra, Ifigenia e Pilade). L'originario nome greco, Orèstès latinizzato in Orestes è un derivato da òros "monte" con il valore etnico di "abitante, oriundo dei monti: montanaro".
(da Nomi d'Italia di Emidio De Felive)


Il nome RUGGERO in Piemonte, risale, con tradizioni e motivazoni complesse, al nome germanico di tradIzione francone Hrodgaer, documentato dalla fine del IX secolo nelle forme in latino medioevale Rotecherius e poi Rotgerius, composto di hroth (fama, gloria) e gaira (lancia), quindi "lancia gloriosa" o "glorioso per la lancia". Il nome si è diffuso in Italia dopo il Mille per tramite del francese antico Rogier (moderno Roger), sostenuto, specialmente nel Sud, dal prestigio di sovrani normanni dell'XI e del XII secolo (Ruggero duca di Puglia, figllo di Roberto il Guiscardo; Ruggero I e II conte e rispettivamente re di Sicilia, figlio e nipote di Tancredi d'Altavilla), e dal culto di San Ruggero vescovo in Campania o in Puglia tra l'XI e il XII secolo, patrono di Barletta (BA) e della frazione Canne della Battaglia, dove sono conservate le reliquie. Dal Rinascimento il nome si è ridiffuso per il personaggio dell' "Orlando innamorato"di M. M. Boiardo e deII' "Orlando furioso" di L. Ariosto, e dei successivi adattamenti anche popolari (cantari, spettacoli, teatro dei pupi, ecc.), Ruggiero, guerriero saraceno che, convertito, sposa Bradamante sorella di Rinaldo.

(da Nomi d'Italia di Emidio De Felive)


Il nome DINO è ampiamente diffuso nel Nord e nel Centro, con maggiore compatezza in Toscana, e in Sardegna, è l'ipocoristico aferetico, già comune nel tardo Medio Evo, di nomi terminanti in -dino (o -dina), come Armandino, Arnaldino, Bernardino, Corradino, Gerardino, o Gherardino, Leonardino, Orlandino, Osvaldino, Riccardino, Rolandino, Ubaldino. Nei rari casi in cui Dina è israelitico, è il nome, nel "Genesi", della figlia di Giacobbe e Lia, in ebraico Dinàh, "colei che giudica: giudichessa", adattato in greco e in latino come Dèina e Dina.
(da Nomi d'Italia di Emidio De Felive)


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