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AL LIDO DI PLATAMONA, I RICORDI DI UN'ESTATE Sabato 10 agosto verrà inaugurata una mostra fotografica
mercoledi 31 luglio 2002  articolo |
SASSARI. «Una foto non scattata è un ricordo che non c'è». Questo slogan, un po' epigrammatico e funesto, è un semplice monito alla memoria.
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Testimonianze fotografiche di una Sassari che fu si potranno vedere, dal 10 agosto fino al 7 settembre, in una mostra che verrà allestita al Lido di Platamona. Sarà l'occasione per ripercorrere un periodo sereno della Sassari "balneare" e spensierata, degli anni '50 fino al periodo di massimo splendore che Platamona
conobbe tra gli anni '60 e '70.
Andava di moda frequentare gli stabilimenti balneari e che Platamona stessa godeva di un'immagine molto diversa da quella di oggi.
Era un punto di ritrovo che non aveva da invidiare a località come Rimini. Era il tempo del risveglio, del fermento culturale.
Il Lido Iride ne era un emblema; una struttura elegante che le persone "bene" di Sassari ma non solo, amavano frequentare, con piscina, con camerieri in livrea e musica.
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Un divertimento pulito.
Poco rimane di quel periodo se non nei ricordi e nelle rovine, che poco hanno di quelle romane.
A distanza di anni, si cerca di recuperarle e difenderne la memoria.
Chi non ha conosciuto "quella" Platamona rimarrà sorpreso nerl vedere quanto fosse viva e ben tenuta. Vedrà le tipiche cabine di un tempo, a bande bianche e blu. Sorriderà per i costumi che si usavano, e ripenserà, forse con nostalgia a quel che eravamo. |
BROCHURE E INVITO ALLA MOSTRA
Curiosità: | le cabine sono quelle di Oreste Pieroni e l'uomo che s'intravede è Piero Pieroni |
  
  
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UNA MOSTRA SU PLATAMONA PER RILANCIARE IL LITORALE
sabato 3 agosto 2002  articolo |
SASSARI. Il rilancio turistico passerà anche attraverso Platamona, che ospiterà dal 10 al 17 agosto una serie di manifestazioni legate in qualche modo ai Candelieri ma con un unico filo conduttore: riscoprire il litorale come polo di attrazione. Un'idea che non poteva che partire dal ricordo della attraverso Platamona più bella, quella degli anni d'oro inventata dal sindaco Oreste Pieroni e dal commendator i Pani.
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In omaggio alla loro inventiva e a quella che oggi si chiamerebbe capacità imprenditoriale, il 10 agosto al lido verrà inaugurata la mostra di fotografie "Platamona , ricordi d'estate", che vuole celebrare i 51 anni di "Platamona e rimarrà aperta tutti i giorni fino al 7 settembre, dalle 10 alle 24.
In cartellone anche il 12 la rassegna "Tutti umpari pa la ziddai", il 13 uno spettacolo di musica folk e un'esibizione di ballo, il giorno di ferragosto uno spettacolo di cabaret con Pino e gli Anticorpi , il 16 ancora cabaret con i con Tressardi e uno spettacolo di varietà "Benvenuto tra le donne".
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Un esperimento illustrato dall'assessore alla Cultura e al Turismo Antonello Solinas: «Noi siamo convinti che si può ripartire da Platamona e questo è un primo passo: dipenderà poi dalla risposta che avremo.
Se sarà positiva, cominceremo a muoverci in questa direzione e ovviamente parleremo anche con i sindaci di Sorso e Porto Torres.
Puntiamo molto sulla mostra. Perché è una mostra importante che ci porta ai tempi in cui Platamona
era al centro della Sardegna turistica e ospitava tutte le più importanti manifestazioni».
Anche questo, ha aggiunto l'assessore, è un'iniziativa importante per il rilancio turistico della città: «Si tratta di far capire alla gente che Sassari merita di essere visitata.
E' un lavoro molto duro, però le risposte sono positive: dopo la partecipazione alla Bit, abbiamo avuto un considerevole aumento di presenze alla Cavalcata.
E per questo andremo ancora alle borse del turismo di Milano, Roma e Paestum» Un lavoro duro per il quale il sindaco ha voluto spendere una parola per la struttura comunale:
«Abbiamo rovesciato una valanga di materiale sui tavoli e tutto è andato in perfetto ordine. Gli uffici meritano davvero un elogio».
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SERVIZIO DEL TG3 del 14 agosto 2002 |
Mostra fotografica - LA SPIAGGIA DELLA NOSTALGIA
di Tonino Oppes (SS)
Memorie di una spiaggia. Foto come richiamo di nostalgia che invitano a ricordare. Platamona è per i sassaresi quello che il Poetto rappresenta per i cagliaritani: un segno dell'anima. E così le immagini che il Comune di Sassari ha raccolto per il cinquantenario di Platamona hanno il sapore dolce e malinconico di un passato che sembra assai lontano.
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Mezzo secolo fa, per la precisione, 51 anni fa, gli operai cominciavano a trasformare in realtà progetti per un più comodo accesso al mare. Di lì a poco sarebbe nata Platamona, nome di fantasia ispirato ai riflessi di platino che il mare restituiva agli uomini che frequentavano le rotonde fino alle prime ore della notte.
Nacque anche il Lido Iride. Teatro della gran parte di quelle notti lontane, indimenticabili! Qual è stata la stagione migliore a Platamona? Come dimenticare i mitici Platters ? o che in quella spiaggia, di fronte ad un mare il cui orizzonte era privo di ciminiere, si respirava aria di libertà ? magari sognando una miss ?
Le famiglie s'incontravano. C'era chi, tra un tuffo e l'altro, consumava chili di "ciogga minudda" e proseguiva con i "ciarameddi" interrotti prima del viaggio ! Storia di un'umanità che non c'è più. Immagini e ricordi di una spiaggia che è parte integrante della storia e della cultura della città.
Come il Poetto per i cagliaritani con un differenza, forse, Platamona, subisce maggiormente l'abbandono in silenzio. Sarà perché i Sassaresi hanno scoperto altri lidi.
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Articolo del 18 agosto 2002 |
Il centro della vita notturna è il Lido di Sassari dove si balla in discoteca sino all’alba
La riscoperta di Platamona
Fatturato di 1 milione di euro e 500 mila presenze
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Dal nostro inviato: Giancarlo Ghirra
Platamona Si era ridotta a luogo di scampagnate in pineta a base di lumache e anguria. Ora i sassaresi hanno riscoperto Platamona. Niente di paragonabile a quei meravigliosi Anni Sessanta, quelli del boom, dell’Italia con il sogno della Seicento. Erano estati scandite da feste del mare, gare automobilistiche, elezione di miss, serate danzanti al Lido Iride, cuore pulsante di Platamona inventato da Sebastiano Pani , il proprietario delle autolinee che portavano qui migliaia di bagnanti. «Ho dei ricordi bellissimi, come tutti i cinquantenni», confessa Agostinangelo Marras , oggi avvocato penalista di punta. «Prima che Alghero e Stintino decollassero, prima che la Costa Smeralda nascesse, Platamona era il punto di riferimento della gioventù sassarese. La mattina al mare, la sera si andava a ballare nella rotonda del Lido Iride. Canti e orchestre di fama accompagnavano le nostre serate. Il degrado attuale fa male al cuore, e il rilancio di stabilimenti come il Lido di Sassari conferma che è possibile rianimare Platamona».
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La riscoperta di Sassari Marina, inventata nel 1951 dal sindaco Ottavio (?!) (Oreste) Pieroni , si vede nei fatti. Niente Teddy Reno , Perez Prado, Mike Bongiorno fra camerieri in livrea e ospiti eleganti, «ma ormai la notte i giovani arrivano qui a migliaia», racconta Mario Cherchi, fedelissimo di Platamona, a passeggio con suo cugino Andrea Guccini, nuorese in vacanza al mare. Il centro della vita notturna è il Lido di Sassari, lo stabilimento-simbolo di una rinascita nata sette anni fa. «È vero che la spiaggia di Platamona si estende per oltre 18 chilometri nel territorio di Sorso - spiega Antonello Taras - ma per noi sassaresi Platamona non raggiunge il chilometro. Parte dai resti del Lido Iride e arriva alla torre aragonese di Abbacurrente, abbracciando il Lido Alba, il Perda bianca, quello dell’esercito, oltre, naturalmente, al Lido di Sassari».
È qui che la notte i giovani sassaresi arrivano a sentir musica e a ballare in discoteca sino alle cinque del mattino. «Molti cenano nel nostro locale», dice Michele Falchi, amministratore della cooperativa che gestisce un ristorante capace di raggiungere quattrocento coperti in una serata.
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Altri scelgono Ernesto, storico locale a cavallo fra Sassari e Sorso. Il suo fondatore, Ernesto Casula, arrivato qui da Desulo negli Anni Sessanta, ha lasciato la gestione diretta al genero, Celeste Frongia. «Sono qui da vent’anni - dice il ristoratore - e ho visto la crisi di Platamona. Ma oggi si intuisce un clima nuovo, positivo». Sarà un caso, ma nel locale si sente in sottofondo la musica Anni Cinquanta, da Rock around the clock a Speedy Gonzales.
Sogno di ripetere gli Anni Cinquanta? «Forse - scherza Michele Falchi - ma intanto qui, subito dopo la piscina del Lido di Sassari è in costruzione un centro di talassoterapia, perché il passato è un buon modello ma occorre anche offrire nuovi servizi». Non basta una spiaggia bella e profonda, un bosco di ginepri e una pineta straordinaria.
Eppure Gesuino Manai, proprietario del Lido, non nega il successo dell’operazione realizzata sette anni fa. «Contiamo 125 mila presenze a stagione - dice - e abbiamo contribuito a rilanciare Platamona.
Ma il più è da fare: ci sono alberghi per meno di 400 posti letto, i servizi vanno potenziati».
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Magari consorziando gli sforzi dei Comuni e dei privati.
«Platamona nacque con l’idea di fare della sua costa una Versilia della Sardegna, con la realizzazione di stabilimenti e spiagge attrezzate», spiega Antonello Paba, professore di Politica economica all’Università, anch’egli frequentatore di Marina di Sassari qualche decennio fa. «Disputai al Lido di Pani qualche gara di scherma», ricorda. Poi torna al suo mestiere di economista esperto anche del settore turistico. «C’è nel piano regolatore di Sassari del 1953 - aggiunge - il disegno di costruire, come in Toscana, un gran numero di stabilimenti attrezzati. Ma quel progetto è stato realizzato soltanto in minima parte».
In effetti appena quattro stabilimenti attrezzati, tre alberghi, due camping e alcuni villaggi-residence non sono sufficienti a parlare di turismo, anche se cinquecentomila presenze e almeno due miliardi e mezzo (di lire) di fatturato sono un buon inizio per tornare ai fasti in questi giorni messi in mostra, grazie a splendide fotografie, proprio al lido di Sassari. Poco roba, insomma, se si vuol far decollare Platamona, un nome bizantino che - spiega il direttore dell’archivio comunale di Sassari Paolo Cau - significa superficie piatta.
Una superficie che ha ospitato il turismo di massa, case in muratura (quelle dell’Icas) e casotti in legno bianchi e blu. E che ora vive in bilico fra le rovine del passato, visivamente rappresentato dai resti del Lido Iride semidistrutto, e un futuro tutto da costruire.
La pineta e la spiaggia, con i suoi ginepri secolari, non hanno mai smesso di essere meta di grandi scampagnate, di feste di popolo in tutte le stagioni dell’anno. Ma oggi torna a essere anche centro di turismo. Per i sassaresi Platamona significa meno di un chilometro di litorale. Ma in realtà quel lido di spiaggia bianca che si affaccia sul Golfo dell’Asinara si estende per altri 18 chilometri nel territorio di Sorso, in direzione di Castelsardo.
Nei giorni scorsi, quando il forte e teso maestrale è riuscito persino a danneggiare i grandi cartelloni della mostra sui 51 anni della Marina, il color verde chiaro delle acque è stato esaltato dal vento.
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Foto di Salvatore Marras
Dopo l’allarme degli anni della petrolchimica, oggi l’inquinamento sembra scomparso, e anche questo elemento contribuisce alla rinascita di Platamona, che sta tornando a essere - dopo gli anni della Grande Crisi - la spiaggia dei sassaresi, che l’hanno presa d’assalto il giorno di Ferragosto. Ognuno, poi, ha i suoi gusti. «Preferisco andare oltre la torre di Abbacurrente, a Balai - dice Marco N., turista della domenica - perché trovo un mare bellissimo ma anche una grande cura del territorio. I giardinetti sono molto curati e c’è una pista ciclabile, messa a punto dal Comune di Portorres, che consente belle passeggiate».
Non tutti, insomma, puntano sui cinque stabilimenti balneari e sui numerosi piccoli centri di ristoro e accoglienza disseminati sulla spiaggia. C’è anche chi preferisce la spiaggia libera, puntando sulle nove discese a mare (i famosi pettini), incurante di ombrelloni, lettini, sdraio, piscina, parco giochi, animazione, beach volley, musica dal vivo,disco music, serate danzanti, cabaret, discoteca, ristorante, pizzeria, creperie.
Ancora oggi si notano sulla spiaggia quegli ombrelloni, classici degli Anni Cinquanta, che assomigliano a tende di accampamenti nel deserto.
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A fianco degli stabilimenti, c’è il turismo nomade. «In effetti Platamona è una miscela di organizzazione e anarchia - dice ancora il professor Paba - perché insieme allo sviluppo di strutture organizzate e di alberghi resta in piedi il fai-da-te».
C’è di tutto in un litorale che dopo il boom degli Anni Sessanta era stato abbandonato dalla borghesia sassarese per località più alla moda e ora torna al centro dei percorsi urbani, magari nei mesi di giugno, luglio e settembre, con agosto riservato a un viaggio fuori dalle mura. Michele Falchi ricorda ancora gli autobus, strapieni, che partivano dai Giardini pubblici di Sassari e si fermavano alla rotonda. Scendevano giù mamme benestanti con bimbi armati di palette e secchielli insieme a signore con la lunga veste nera provenienti dai paesi dell’hinterland.
E anche oggi i mezzi pubblici portano in spiaggia donne e uomini di tutti i ceti sociali: Platamona è interclassista, come il Poetto di Cagliari. Non tutti sono interessati a pagare i dieci euro necessari a ottenere gli ottimi servizi del Lido di Sassari per un nucleo familiare desideroso di passare l’intera giornata con ombrellone, sdraio, materassini, piscina.
Ma gli stabilimenti - meteo permettendo - sono affollati. E anche i ristoranti. «Arriviamo a quattrocento coperti a serata - dice ancora Falchi - e anche a pranzo lavoriamo. Anche perché ci sono iniziative interessanti, come l’arrivo di bambini mandati qui in colonia, ad esempio dal Comune di Ossi. Gli autobus li portano al mare, noi garantiamo loro pranzo e merenda». E di notte largo ai giovani, come racconta Michela Manai, giovane operatrice turistica. «Platamona - spiega - è nel cuore dei sassaresi. Di giorno arrivano in quelli che erano il Lido Mura e il Lido Montalbano. Di notte vengono a ballare. Non c’è più l’orchestra di Perez Prado, ma resta una gran voglia di divertirsi e di sfuggire alla canicola urbana». Si balla sino alle cinque del mattino, ci si incontra fra una crèpe e una chiacchiera su quella rotonda che ha visto tre notti fa cinquemila fan festeggiare la nuova Torres-calcio.
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Nonostante Alghero, nonostante Stintino, nonostante la Costa Smeralda, Platamona tenta di giocare le sue carte, in attesa di un nuovo boom. Sassari, in fondo, è a otto chilometri, e la notte c’è di nuovo una rotonda sul mare.
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SERVIZIO DI VIDEOLINA del 20 agosto 2002
di Gibi Puggioni
E' un'iniziativa voluta, otre che dai proprietari del Lido di Sassari, che sorge sulla stessa area nella quale era sorto il primo Lido nella storia di Platamona, il Lido Mura, ma anche dagli assessorati al turismo del Comune e della Regione.
Questo per ricordare un po' a chi non ha vissuto quegli anni, erano gli anni '50, la storia di Platamona, quando questo centro, grazie alle intuizioni di un sindaco illuminato come Oreste Pieroni, venne proiettato verso un rilancio in grande stile e allora ci sono davvero le premesse perché Platamona potesse affermarsi come un punto di riferimento per tutta la Sardegna.
Lo fu per diversi anni poi comincio l'inarrestabile declino dovuto al fatto che si aprirono casa a Stintino e ad Alghero, cioè quei centri riuscirono a calamitare gran parte dei sassaresi che prima avevano puntato tutto sulla loro spiaggia, che poi non è solo la spiaggia dei sassaresi, anzi lo è soltanto in minima parte, perché i diciotto chilometri di litorale ricadono in gran parte nel territorio del comune di Sorso.
Ora comunque ci sono i segnali di risveglio direi anzi non solo ora ma, da alcuni anni, il risveglio di questa spiaggia. Accanto al Lido di Sassari funziona un altro Lido "Punta Bianca", c'è il vecchio "Montalbano". E' stato aperto un lido di recente anche nella marina di Sorso.
Affianco del Lido di Sassari si sta completando un centro di talassoterapia che ricade in un progetto integrato ad area che vede privati insieme al comune a gestire un grosso progetto che vedrà la luce il prossimo anno.
Le riflessioni amare restano sul Lido Iride di cui nel servizio avete visto le immagini, si possono notare soltanto i ruderi. Anche per questo c'è una speranza, di recente la Regione ha pubblicato un bando con il quale mette in vendita quello che resta dello stabilimento che ha fatto, insieme al Lido Mura, la storia di Platamona.
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